Non vi può essere nessun inizio se prima dell’inizio non ci incamminiamo verso la fine.
È rimasto intatto nella struttura interiore di Eryngium, il ricordo passato del fiore estivo. Come lui, anche l’essere umano rimane delle volte ancorato a parti di se stesso che sono state vissute, ma che ora non ci sono più, annientando così la possibilità di una nuova fioritura.
Incamminarsi verso il futuro, guardare alla primavera, significa ampliare la consapevolezza della forza interiore, concepire una nuova percezione del nostro essere e accrescere la fiducia nell’Uno.
Nella silenziosa contemplazione della sua rinascita, Eryngium conosce bene il ciclo naturale della vita, orientandosi al ricordo di sé dal futuro. E’ la sua saggezza interiore infatti che lo guida, secondo me, a scegliere l’espressione migliore di sé stesso proprio in questa stagione. Mi piace pensare che, nasca qui, in queste fredde e corte giornate di poca luce, l’idea di dar vita ad una nuova forma di sé, ad una nuova fioritura, ancorandosi così ad un ricordo dal futuro che determinerà e incoraggerà la resilienza nel suo continuo presente.
Riconoscere fuori significa conoscere dentro, questo è il primo traguardo del cammino attraverso l’evoluzione. Eryngium, come l’essere umano dall’altronde, potrà comprendere che fuori è estate quando dentro di sé, il fiore dell’essenza sarà sbocciato. Fino ad allora, creerà il calore al suo interno, irradiando l’ambiente con la promessa della rinascita, perché lui ha già conosciuto l’espressione di sé nel futuro.